Putiferia

Putiferia


Nome: Putiferia (Imenea Immacolata Calvina de Sotominòr)
Razza: Tiefling
Sesso: F
Età: 23
Allineamento: male neutrale etico
Classe: Warlock
Piano di Origine: Terre esterne
Fazione: Ordine Trascendente (namer)
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Tratti fisici e caratteriali:

Di bell'aspetto, molto alta e molto magra. Le estremità degli arti, mani e piedi sono estremamente sviluppati e in quelle zone la pelle è coriacea e bitorzoluta così come sulla fronte attorno alle corna e sulle spalle. Carnagione blu, occhi gialli, capelli lunghi e tinti. Si muove sgraziata, sembra avere l'agilità di un maiale zoppo pieno di birra nanica e frittelle. Un corno è spezzato.
Estroversa, lunatica, chiacchierona, affabulatorice, poetica, volgare, allucinante.

Storia:

figlia che Izabella Izabò de Sotominòr y Negramaròn concepì in giovane età dopo essere stata stuprata, dice lei, da un demone durante l'assedio di Sigil.
Considerata un abominio venne tenuta in vita soltanto perché la giovine madre non si era accorta di essere incinta. Quando gli ultimi mesi, convinta dalle pressanti insistenze di sua madre: guarda che non si tratta di infezione gastroflaturale! guarda che non è colpa della marmellata di mandragora e piselli nanici! guarda che! guarda cò! e la figliola si trovò a sputar fuori per la parte giusta una frugoletta blu che strillava come un elfo quando vede un fiorellino calpestato. Una volta nata parve brutto farla uccidere (in casa ci provarono ma era già di pelle molto dura e quelle cornette erano pericolose); la rinchiusero in soffitta e fu come se nulla fosse mai accaduto.
"Oh, la pancia? Sparita, si, ora mangio molta più frutta e molta più verdura e niente biscotti di cioccolata!"

Venne affidata al buon cuore della servitù della casa e per volere della cuoca Xamà Xahonja Yemana Imenea Glossafessa, mezza strega e mezza orba, a turno le serve l'accudivano.
Crebbe quindi relegata in un sottotetto troppo caldo nella stagione calda e troppo freddo in quella fredda, senza mai vedere la sua madre naturale ma spupazzata alla sbrigativa e senza affetto da varie servette che si alternavano. Pur la cuoca, donna di largo girovita e comprendonio cardiaco, non andava matta per quella piccola creatura blu che non stava mai ferma; vedeva in lei la forza del multiverso che si sprigionava in caotica e malvagia libertà e sentiva di doverla in qualche modo favorire. Ma non altro.
Unico amico un sorcio.

Dalla cuoca apprese le pratiche dell'alchimia e della preparazione delle pozioni ma non le venne insegnato a cucinare: tu sei cattiva, piccola mia, e la cucina è amore, non mischiare quindi queste cose se non vuoi diventare figlia del caos.
Quando il sorcio morì venne approssimativamente imbalsamato nella speranza di farlo risorgere, magari in forma scheletrica.

Quando imparò a leggere pretese di avere almeno un libro all'anno! Arrivò a prendere in ostaggio una cameriera, minacciando di strapparle prima gli occhi quindi il cuore, se non fosse esaudita questa richiesta.
Nei libri trovò l'ombra della libertà che le mancava e cominciò a sognare le avventure di ogni tipo. "Un giorno io sarò una trovatrice!". E passavano le notti, lei e il sorcio morto, a leggere e rileggere e sognare e risognare.

Il giorno che, con somma meraviglia, sfondò con un calcio la massiccia porta che la teneva rinchiusa trovò timidamente la via della fuga. Scese le scale e vide in una stanza una donna all'apparenza ancora molto bella ma avvolta da un'aura disgustosa, come un fiore appassito in un vaso di mosche nere morte dietro ad uno specchio colorato. Doveva essere sua madre. La donna la vide ma non mutò dal suo viso l'espressione annoiata e mesta.
Da quel giorno la piccola non rimise più piede in quella casa.

Ora dice di essere orfana e di essere cresciuta nella Gatehouse e poi di essere stata schiava di una vecchia strega che la teneva in catene ed altre amenità del genere, sempre più tragiche e grottesche.
Ogni tanto dice di chiamarsi Cimiteria, dato che i morti le piacciono più devi vivi (solo per il fatto che ne conosce in maggior numero).
Gira sempre col sorcio morto nello zaino perché gli ha promesso che un giorno sarebbe stata capace di riportarlo se non proprio alla vita almeno ad una non morte, così da stare sempre insieme.

Vorrebbe divenire una trovatrice, un'avventuriera come quelle dei libri e delle leggende dei bardi.


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