Kali

Kali

Scheda: Kali


- Titolo: La Potenza del Tempo

- Epiteti: La Madre Nera

- Livello di Potenza: Intermedio

- Simbolo: Teschio

- Piano di residenza: Abisso, 643° strato, Caverne del Teschio

- Genere: Femmina

- Allineamento: Caotico Malvagio

- Area di influenza: no

- Adoratori: no

- Allineamento dei chierici: NM, CN, CM

- Domini: Abisso, Caos, Famiglia, Distruzione, Male, Morte

- Mantelli: {$mantelli}

- Pantheon: Vedico

- Divinità alleate: Shiva, Rudra

- Divinità nemiche: no

- Arma preferita: Spada


Kali, Madre Nera e Potenza del Tempo - by George Redheev

Descrizione e natura di Kali

Spaventosa alla vista, la sua risata scopre denti terribili. Essa è in piedi sopra un cadavere. Ha quattro braccia. Le sue mani tengono una spada e una testa mozzata e fanno i gesti di allontanare la paura e di donare. Essa è la dea benefica del sonno, compagna di Shiva.

Nuda, vestita di spazio, la dea risplende. La lingua le pende fuori dalla bocca. Porta una collana di teste di morto. Questa è la degna forma, su cui meditare, della potenza del tempo, Kali, che risiede presso le pire funerarie.1

Primo Oggetto dell Conoscenza Trascendente, la dea Kali è una contraddizione. E’ la creatrice e la distruttrice, la costruttrice e la demolitrice. Dona vita ai figli con il solo scopo di divorarli, prende con se un marito e dunque lo assassina. E’ una madre animata al contempo da odio e da amore, un potere brutale ed al tempo stesso gentile, che manifesta la bellezza della vita e della morte mentre le fa a pezzi – letteralmente.

Ciò, tuttavia, non significa che Kali sia illogica: questa divinità rappresenta per quanto possibile la trascendenza rispetto alle forme manifeste e dunque rispetto al multiverso stesso nel suo insieme. Anch'essa, in quanto dea personificata, è una forma manifesta. Secondo i suoi seguaci, tuttavia, nella gerarchia della manifestazione Kali costituisce l'aspetto più astratto ed elevato del divino. In un mondo dove la gioia è legata all'attaccamento, essa rappresenta uno stadio oltre gli attaccamenti e quindi appare sotto sembianze terribili. Per raggiungere la vera beatitudine è necessario abbandonare, una dopo l'altra, tutte le cose che si ritengono care, tutto ciò che fa essere felici fintanto che si vive. Non v'è da sorprendersi che questo stato, raggiunto rinunciando a tutto ciò che ci sembra desiderabile, appaia dal di fuori come una notte profonda. Tuttavia, soltanto ponendosi di fronte a tale realtà, che sembra dapprima la somma di tutto ciò che c'è da temere, è gradualmente possibile comprendere come questo stato che terrorizza rappresenti l'essenza di tutto ciò che si può desiderare, la felicità suprema e senza limiti.

Kali e Tara

Nel Grande Vuoto, sfera dell'Uovo dell'Immensità (Brahmanda) che è l'universo esistono cinquanta forme di vuoto. Tra queste, cinque fanno parte dell'ambito [spaziale], il dominio della fame che è Tara; le altre appartengono alla Potenza del Tempo, a Kali2

Nell'immensità senza limiti del tempo che divora tutto, apparve un infinito vuoto abitato da una fame divorante. Tara è la manifestazione spaziale della Potenza del Tempo (Kali) con cui condivide il dominio del vuoto, substrato del multiverso.

La potenza trascendente del tempo è la divinità che governa (adishthatri) la distruzione universale (maha-pralaya). La terribile Stella è la divinità che sovrintende alla distruzione di un sistema solare (surya-pralaya). Distruggere è la Legge (Dharma) di queste due dee. Ecco perché non vi è una grande differenza fra le immagini che servono alla meditazione su una o sull'altra divinità3.

Nel ciclo giorno-notte, Tara rappresenta l'inizio dell'aurora, il primo desiderio, il primo segno di fame che compare dopo la calma del sonno, dopo il reame di Kali. Quindi, Tara regna dalla metà della notte fino alle prime luci dell'alba. Questa parte è la Notte-di-collera (Krodha-ratri), nella quale tutte le cose viventi si preparano a divorare altre vite, altri esseri.

Epiteti e relazioni

Kali, la potenza della distruzione, ha quindi due aspetti.

  • Dal punto di vista dell'esistenza limitata, essa è la distruttrice di tutto. Sotto tale aspetto, è denominata Potenza del Tempo, e la sua controparte maschile, che è il Tempo (Kala), è Rudra, il Signore delle Lacrime. Molti miti, tuttavia, sostengono che il suo conosorte sia Bhairava, il Furioso. Probabilmente i suoi due mariti sono soltanto due aspetti diversi della stessa divinità.
  • Ma quando tutto distrutto e la Potenza del Tempo è placata, la vera natura della notte eterna si rivela come una beatitudine immensa, una pace infinita. Sotto questo aspetto, Kali è la Notte Trascendente (Maha-ratri), definita anche Potere dell'Etere (Parvati). La sua controparte è l'aspetto benefico di Shiva, Dispensatore di Gioia (Shambu) e Signore del Sonno.

Adoratori e oppositori

Data la natura della dea, fra i suoi adoratori rientrano diversissme tipologie di individui. A un estremo vi sono pazzi furiosi, psicopatici sanguinari e fanatici assassini — spesso cavalieri del giro non dissimili dai seguaci di Orcus. D'altra parte, tuttavia, ella è adorata anche da coloro che hanno compreso la verità che questa divinità rappresenta e sono dunque saggi meditativi, concentrati nel tentativo di oltrepassare la relatività delle forme manifeste.

Kali e le Fazioni

Cinerei e Custodi del Fato

Presso le Fazioni, il suo culto si addice particolarmente bene ai Cinerei e ai Custodi del Fato.

Xaositects

Molti Xaositects potrebbero considerarla in sintonia con le loro azioni, benché non siano ovviamente in grado di essere costanti nella loro adorazione; spesso, inoltre, l'affinità fra i Caotici e questa divinità si ferma all'aspetto più immediato della dea, quello distruttore. O almeno sembra: non vi sono forse strani e bizzarri segreti — ignoti anche ai Governieri più meticolosi — che i Caoticisti sembrano conoscere?

Società delle Sensazioni

Anche alcuni Sensisti possono trovare attraente il culto di questa divinità: si tratta solitamente di individui interessati a sperimentare le forme di esperienza più estreme; ciò è da intendersi nel senso di sensazioni di dolore e tortura ma anche in quello — filosoficamente più raffinato — della sperimentazione della totale trascendenza, che potrebbe essere vista come l'esperienza definitiva. Non è escluso, dopotutto, che lo stato di beatitudine finale promesso da Kali non possa essere esperito in maniera in qualche modo simile al piacere fisico: chi può dire cosa vi sia al di là del multiverso?

D'altra parte, però, molti membri della Società delle Sensazioni possono avversare Kali poiché ella promette di privarli degli enti sensibili — i soli, dal loro punto di vista, che possano davvero garantire la conoscenza.

Lega Rivoluzionaria

Gli Anarchici potrebbero vedere Kali come la concretizzazione del loro ideale: la distruzione e la trascendenza promesse dalla dea, infatti, implicano necessariamente la distruzione di ogni struttura di potere.

Altri esponenti di questa fazione potrebbero essere in disaccordo con questa visione, tuttavia: se davvero si raggiungesse la beatitudine trascendente che la dea promette, la dea stessa verrebbe superata e distrutta oppure si costituirebbe come l'ultimo baluardo di potere oppressivo? Quale che sia la risposta, è certo che questa dea pare un buon mezzo per distruggere innanzitutto le altre organizzazioni o entità avide di potere.

Harmonium

Ovviamente, le Fazioni che avversano questa dea, tendono a essere quelle più legali: gli Harmonium, in particolare, perseguono ferocemente il culto di questa divinità poiché lo vedono come un grande ostacolo alla loro missione di portare la pace attraverso il conformismo.

Fratellanza dell'Ordine

Anche la Fratellanza dell'Ordine, generalmente, avversa questa potenza: ella annichilisce il multiverso, e ciò significa innanzitutto negare la coerenza e la validità delle leggi che lo sostengono. I Governieri più accorti, tuttavia, ritengono che, per quanto caotica e distruttrice, persino Kali segua delle leggi ferree — forse stabilite da lei stessa. Non è forse vero, infatti, che tutti i poteri del Pantheon Vedico rispondono all'entità chiamata Brahman, che costituisce anche la loro più intima essenza? Alcuni devoti di Kali di questa Fazione potrebbero considerare la dea come la fonte o la detentrice delle leggi più generali e più inafferrabili dell'intero multiverso.

Mercykiller

Anche i Mercykiller non amano molto questa potenza — i suoi adoratori molto spesso infrangono le leggi del multiverso anche in maniera molto grave, turbando pesantemente la Giustizia che la Morte Rossa ha giurato di proteggere. Nonostante ciò, gli atti efferati di molti dei seguaci di Kali possono essere utili ai Giustizieri per elaborare nuovi metodi di persuasione (tortura) da usare sui criminali. Tanto i Mercykiller quanto i seguaci di Kali, infatti, non esitano a uccidere coloro che ritengono meritevoli di tale sorte in nome del loro ideale, sia esso la Giustizia o la dea. Nonostante ciò, in genere non si è dimostrato salutare sottolineare questa analogia in presenza di un membro dei due gruppi.

Athar

Gli Athar a prima vista sembrerebbero non poter avere rapporti pacifici con Kali: al pari di tutte le altre cosiddette "divinità", infatti, la Madre Nera sarebbe solo un'altra entità che opprime i mortali ottundendone le menti. L'efferata violenza tanto frequentemente mostrata dai seguaci di Kali, anzi, dovrebbe fare di questa potenza un bersaglio privilegiato delle critiche degli Sfidanti. Chi meglio di questa dea mostra a quale insensato fanatismo i mortali vengano condotti dall'adorazione di un potere?

Eppure, come spesso accade nel multiverso, la verità non finisce qui e bisogna scavare più a fondo se la si vuole davvero scorgere per intero. Gli Athar credono che i cosiddetti "déi" siano uno schermo che impedisce ai mortali di scorgere la vera natura delle cose. L'unico potere in cui alcuni di essi credono — il Grande Ignoto — trascende il multiverso: anche Kali incarna il superamento dei vincoli del multiverso, insegnando a chi la adora a guardare oltre. Inoltre, Kali è una degli dei Vedici e, come tutti i membri di questo Pantheon, rimanda apertamente a una dimensione — il Brahman — che trascende la molteplicità delle forme manifeste. Questi aspetti sono apprezzati da molti Athar. Non si può negare, infine, la somiglianza che sussiste fra la concezione del Grande Ignoto e quella del Brahman, in particolare quando quest'ultimo venga inteso in senso personale. Dato che molti fedeli del Pantheon Vedico identificano il Brahman con una divinità specifica, non è impossibile che qualche Athar segua Kali, identificandola con il Grande Ignoto. Si tratta, tuttavia, di una situazione limite: una simile convinzione implicherà il riconoscere che la vera natura di Kali sfugge ai mortali. La dea, inoltre, verrà riconosciuta come indipendente dalla necessità di essere davvero adorata dai mortali.

Credenti della Fonte

Particolare è l'adorazione che potrebbe venire tributata a Kali anche da parte dei Credenti della Fonte: potrebbe trattarsi, in questo caso, di sgherri malvagi o che ritengano che le forme di vita verso cui ascendere siano quelle più terribili — ad esempio quelle di kyton o demoni — per passare infine all'unione con la Fonte. Kali, in questo caso, verrebbe vista come il mezzo ideale verso cui catalizzare la propria devozione al fine di rinascere più facilmente in forme superiori e più vicine alla Fonte. Inoltre, alcuni Divini potrebbero riconoscere in Kali una forma manifesta e parziale del Grande Ignoto come alcuni Athar.

Predestinati

Il rapporto dei Predestinati con la dea è vario. Molti di essi potrebbero semplicemente ignorarla: se i suoi seguaci non sono abbastanza callidi da tenersi ciò che hanno, meritano di essere fregati quanto chiunque altro; se sa quello che vuole ed è sufficientemente forte, oltretutto, il Predestinato che ha lasciato loro il ghigno in aria potrà evitare ritorsioni nonostante la violenza che spesso li caratterizza. D'altra parte, dato che Kali promuove la trascendenza rispetto al multiverso, un Predestinato potrebbe avere buon gioco ad affermare che, ripulendo le tasche di un adoratore di Kali, non ha fatto altro che il volere della dea.

A un livello più profondo, tuttavia, i Predestinati più attaccati alla dimensione concettuale del loro credo potrebbero ravvisare un conflitto fra di esso e l'insegnamento di Kali: se il multiverso è da distruggere e da trascendere, infatti, ne consegue che chiunque si affanni per accaparrarsi beni materiali come fanno gli Avidi sia nel migliore dei casi un vero babbo. D'altra parte, però, i Senza Cuore potrebbero apprezzare Kali per lo stesso motivo per cui i Governieri potrebbero disprezzarla: seguire la dea, infatti, significa in primo luogo mettere radicalmente in questione la validità delle puerili leggi elaborate dai mortali; davanti a Kali solo la legge del più forte rimane e si rafforza.

Segno dell'Uno

Il Segno dell'Uno potrebbe a sua volta assumere atteggiamenti contrastanti riguardo a Kali.

A prima vista, nulla di ciò che Kali propugna potrebbe trovare d'accordo un membro di questa Fazione. I seguaci maggiormente distruttivi della dea, infatti, agiscono materialmente perché avvenga ciò che desiderano, senza avere — oltretutto — un vero piano d'azione. Ciò, agli occhi dei Segnati è segno che si tratta di babbi che non hanno compreso che la mente è l'unico vero potere: perché le cose avvengano, bisogna volerle, non cercare di compierle con la grezza materia che compone il corpo. Solo in questo modo i propri sforzi saranno davvero efficaci, poiché così si ordirà il tessuto stesso del multiverso. Chi fa tutto solo con le braccia e la schiena, invece, intacca solo la superficie delle cose e non influenza davvero gli eventi. L'efficacia di ciò che farà, dunque, sarà minore e sarà più semplice che i risultati che ha ottenuto siano rovesciati.

Un altro elemento che tende a infastidire molti membri della Fazione, inoltre, è la trascendenza propugnata da Kali. Come nel caso dei Predestinati, gli ideali dei Segnati si esplicano all'interno del multiverso stesso. I fedeli di Kali, invece, cercano l'annichilimento delle realtà materiali: si tratti degli sballati che sacrificano ogni creatura incontrino o dei saggi che meditano in cerca dell'Assoluto, tutti sono propensi verso la distruzione del cosmo o comunque non impiegano la loro mente in esso.

D'altra parte, molti membri del Segno dell'Uno considerano il multiverso — e dunque anche le divinità e i loro fedeli — come emanazioni della propria stessa mente. Ciò significa che, se davvero la Madre Nera e chi la segue non vanno loro a genio, incolperanno di ciò innanzitutto se stessi. Seguendo questa linea di pensiero, inoltre, alcuni di loro potrebbero arrivare a chiedersi perché stiano immaginando qualcosa di tanto turpe; ciò, a sua volta, potrebbe portarli a conoscere meglio la propria interiorità. Altri potrebbero cercare di dare un significato all'esistenza della dea e dei suoi seguaci, trovando dunque nuove strategie di senso a applicare al proprio pensiero e alla concretizzazione di ciò che desiderano. Seppur in modo indiretto, quindi, l'esistenza di Kali e dei suoi seguaci potrebbe portare un notevole progresso nel percorso intrapreso da chi appartiene al Segno dell'Uno.

Strati e reami di Kali

I territori su cui la Madre Nera esercita il proprio governo sono tutti collocati all'interno dell'Abisso, in conformità con l'allineamento Caotico Malvagio di questa dea.

Kali detiene il controllo di almeno uno strato abissale. Alcuni, inoltre, le attribuiscono la sovranità anche di un secondo strato ma si tratta di un dato controverso e tuttora fonte di discussione. Oltre a ciò, pare che questa dea controlli un reame — vasto ma finito — sul 99° strato del piano.

Strato numero 643: le Caverne del Teschio (Caverns of the Skull)

Le Caverne del Teschio costituiscono il possedimento di Kali più direttamente e comunemente connesso alla dea: non sussiste, infatti, alcun dubbio sul fatto che questo strato abissale sia governato dalla Madre Nera e pare sia qui che ella risiede.

Questo luogo consiste in un'intricata ragnatela di innumerevoli cunicoli, grotte e caverne che continuamente collassano e vengono riformati; tali mutamenti avvengono senza un preciso schema, secondo il desiderio di Kali. Le tetre caverne sono illuminate da torce tremolanti che rilucono debolmente nell’aria stantia. Attraverso i vari tunnel echeggiano inquietanti canti e mormorii che si susseguono senza fine, pervadendo ogni ambiente e decantando Kali come la forma più alta possibile del divino.

Lo strato pullula di xorn assetati di sangue, occhi alati, ombre di fuoco e orde di fanatici cultisti, che si uccidono continuamente l’un l’altro, sacrificandosi alla dea in un perenne bagno di sangue e rinascendo poi per continuare all’infinito. Nonostante questo strato sia pervaso dalla morte violenta, dunque, essa non riesce ad affermarsi e, proprio per questo, non cessa mai di persistere. Si dice che un omicidio particolarmente brutale attiri l’attenzione della stessa Kali e che, se impressionata, la dea elevi l’assassino allo stato di suo delegato. Conformemente a ciò, i delegati sono i peggiori fra i killer che popolano lo strato e per questo sono messi a guardia dei portali che conducono al di fuori del reame. Tali vie, inoltre, non sono in alcun modo percepibili o utilizzabili se prima non si uccide un guardiano. Per questo, si può dire senza timore di sbagliare che le Caverne del Teschio non possiedano portali fissi, ossia sempre aperti e collocati sempre nello stesso luogo.

Date le caratteristiche del luogo, è inutile precisare che ogni sgherro che desideri entrare nelle Caverne del Teschio farebbe meglio a guardarsi le spalle. I supplicanti, infatti, non si massacrano unicamente fra di loro, ma uccidono qualsiasi creatura incontrino, offrendola in sacrificio a Kali su altari incrostati di sangue. I racconti che descrivono tali cruente cerimonie, tuttavia, non trattano la sorte che, dopo la morte, aspetta gli sfortunati visitatori offerti in sacrificio. Le loro anime potrebbero procedere indisturbate verso la loro destinazione nella Grande Ruota; il sacrificio a cui quegli individui sono stati sottoposti, tuttavia, potrebbe anche trasformarli a loro volta in supplicanti di Kali o far sì che le loro anime vengano assorbite dalla dea o dallo stesso strato abissale.

Strato numero 500

Pare che un tempo la dea Kali controllasse uno strato di picchi frastagliati e vegetazione tropicale di color rosso sangue. Qui si dice possedesse una serie di dimore, templi in rovina ricoperti di edera scarlatta e fiori carminio. I suoi servitori erano demoni, soprattutto nabassu e rakshasa di natura caotica. Lo strato ospitava insetti e ragni di ogni genere, su-mostri, volt, fuochi fatui, elefanti asiatici, leucrotta, naga spiriti, e varie muffe e melme. In questo strato esisteva un vasto oceano di sangue, chiamato Mare delle Urla, al di sopra del quale si aprivano in continuazione numerosi portali verso altri piani o strati dell’Abisso, attraverso i quali cultisti urlanti di Kali venivano precipitati nel mare sottostante come sacrificio, quando Kali lo richiedeva.

Le notizie riguardo il governo di questo luogo sono incerte: alcuni sostengono che Kali non controlli più lo strato ma altre storie vedono, al contrario, la dea come colei che tuttora possiede questo strato.

Reame Stellato

Questo reame divino è uno dei molti che si estendono sul 99° strato dell'Abisso. Sotto il cielo costellato di vivide luci si estende un territorio di pietra nera butterato da enormi crateri e voragini fumose, e percorso da fiumi di lava ribollente. In questo reame esiste un condotto permanente per le Caverne del Teschio, e qui vengono condotti e torturati i cultisti della dea Kali da mephit di lava e chasme, prima di essere portati in sacrificio.

Vedi anche: Ratri


Bibliografia
1. Alain Daniélou Miti e dei dell'India – I mille volti del pantheon induista, BUR Saggi, 2002
3. Contributi di approfondimento da parte dello staff di Planescape.it (circa i rapporti fra Kali e le Fazioni)

(IMPORTANTE! POLICY: Gran parte del testo è liberamente tratto e in parte adattato dalle fonti citate e comunque dalle pubblicazioni Dungeons & Dragons della TSR e della Wizards of the Coast, nonchè dalle traduzioni ufficiali della 25 Edition, oltre ad altre fonti come le pubblicazioni della PAIZO Publishing per Pathfinder, che mantengono i diritti, intellettuali e non, sull'ambientazione e i suoi elementi. Allo stesso modo tutte le immagini sono coperte da copyright e vengono presentate senza alcuno scopo di lucro, corredate di autore e proprietario, e pertanto non sono riproducibili o utilizzabili in nessun ambito commerciale.)

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