Una notte di studio

Una notte di studio

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di Azalin Rex

Un uomo è solo nel silenzio della sua casa, chiuso nel sancta sanctorum dedicato all'Oscura Conoscenza.
L'uomo sposta con noncuranza un paio di brandelli umani dal pesante tavolo in pietra che funge da scrivania e da tavolo Anatomico, e li getta nel piccolo forno crematorio posto di fianco ad esso.
Ripulendosi le mani dal sangue, si accinge a riporre i delicati strumenti della sua Arte.
I suoi pensieri vagano verso una nuova nozione di non-morto, qualcosa che oltrepassi la natura dei non-morti comunemente usati nel Mortuario, un non-morto il cui nome faccia tremare i più forti maghi e guerrieri, qualcosa il cui potere sia pari o perchè no, superiore a quello dei più potenti demoni.
Già… Demoni…
Ma gli esperimenti da lui compiuti sulla stirpe planare si erano già risolti tutti in un buco nell'acqua, e con un moto di stizza, sposta gli occhi sugli scheletri di vari demoni che adornano il corridoio che porta al suo studio.
Anche Demoni ed Angeli, per quanto forti in vita, probabilmente a causa del loro legame all'essenza del piano di origine, come non morti si erano rivelati non più forti nè più resistenti dei normali non morti creati a partire da creature originarie del Primo Materiale o delle Outlands.
L'uomo finisce di riporre i propri strumenti esce dallo Studio, ne serra la porta e si incammina lungo il corridoio, seguendo la fila di scheletri, verso una porta chiusa a chiave, indugia un istante, poi risolutamente infila la chiave nella toppa, apre ed entra nella grande stanza fiocametne illuminata.
Conosce questa stanza quasi altrettanto bene che il suo laboratorio, non ha bisogno di accendere la luce per incamminarsi tra le file di panche verso un altare in pietra, su cui una sfera di cristallo getta una fioca luce bluastra.
E' qui in cerca di illuminazione, e chi più del Dio dei Segreti e della Necromanzia può in questo momento dargli ciò che sta cercando?
L'uomo si siede sullo scranno posto a fianco dell'altare e si concentra sulla sfera di cristallo, perso in profonda riflessione.
L'uomo non prega, sa che il suo Dio apprezza di più il lavoro del cervello che la fede cieca, e che i segreti da lui rivelati vanno conquistati con il duro lavoro, e non vengono semplicemete infusi.
L'uomo nella sua mente comincia ad elaborare i dati da lui raccolti in innumerevoli esperimenti, ed uno schema inizia a formaglisi in mente.
Il non morto perfetto dovrà per forza essere creato a partire da una creatura il cui legame con il Mutliverso sia forte, ma non corrotto dall'influenza di un piano o dell'altro, un essere potente ma al contempo libero da contaminazioni.
La risposta è apparentemente ovvia: chi più di un Drago, possente creatura, sarebbe adatto a diventare il supremo non-morto?
E tuttavia…
Qualcosa nel tessuto stesso della magia a sua disposizione impedisce anche ai Draghi di trasfigurarsi nella maniera sperata.
Passano le ore, e l'uomo è ancora raccolto in profonda riflessione, lo sguardo fisso sulla sfera di cristallo, quand'ecco che la luce all'interno della stessa pare formare un'effimera immagine, l'immagine di una mano che sul palmo porta un occhio, e la luce si espande, in modo appena percettibile, aumenta sino ad illuminare un oggetto disposto sull'altare stesso, disposto li tempo addietro ed ormai edimenticato: la copia spezzata del Bastone dei Draghi.
"Ma certo!" esclama l'uomo alzandosi di scatto "come ho potuto non pensarci prima!"
Mormorando una parola di ringraziamento a Colui Che Non Deve Essere Nominato, l'uomo si fa strada verso l'uscita, richiude la porta del tempietto alle sue spalle, e si prepara per uscire.
Dovrà parlare col suo Factor, o con il Factol, se necessario, ma assolutamente dovrà riuscire a convincerli dell'importanza dei suoi studi, e della necessità che gli si impone: poter studiare a fondo l'artefatto noto come Bastone dei Draghi, al fine di poter infine svelare il segreto utlimo della Necromanzia: come creare un Dracolich!
"Devo riuscirci" Mormora l'uomo, gli occhi che rilucono lievemente di una luce rossastra, "o non mi chiamo più Azalin!"

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